Giacomo Soffiantino è nato nel 1929 a Torino, dove vive e lavora.
Ha insegnato al Liceo artistico e all’Accademia Albertina di Torino.È stato allievo di Francesco Menzio, di Aldo Bertini e di Mario Caiandri all’Accademia Albertina.
Esordisce partecipando alla mostra “Sette Pittori torinesi” nel 1955 alla Galleria Girodo di ivrea e poi alla Galleria San Matteo di Genova con la presentazione di Enrico Paulucci.
Nello stesso anno è presente alla mostra “Niente di nuovo sotto il sole”, curata da Luigi Carluccio a La Bussola di Torino.
Nel 1956, Luciano Pistoi lo presenta alla galleria Il Milione di Milano, insieme a Merz, Ruggeri e Saroni.
Partecipa alle edizioni della Biennale di Venezia del 1956, 1958, 1964 e 1972.
Molte le personali e le collettive in Italia e all’estero con prestigiosi riconoscimenti e premi.
Presto Soffiantino si segnala anche nel campo dellincisione: l’eccezionale abilità tecnica è messa al servizio di soluzioni che si collocano a un posto alto nel panorama non solo italiano.
Hanno scritto sulla sua opera, tra gli altri:Giovanni Arpino, Mirella Bandini, Germano Beringheli, Marziano Bernardi, Giuseppe Bertasso, Anna Maria Bounous, Gianfranco Bruno, Luigi Carluccio, Guido Curto, Angelo Dragone, Francesco De Bartolomeis, Mario De Micheli, Floriano De Santi, Enzo Di Martino, Franco Fanelli, Paolo Fossati, Albino Galvano, Gino Gorza, Janus, Paolo Levi, Pino Mantovani, Angelo Mistrangelo, Lorenzo Mondo, Aldo Passoni, Luciano Pistoi, Teresio Polastro, Nello Ponente, Arturo Carlo Quintavalle, Marco Rosci, Gianfranco Schialvino, Filippo Scroppo, Giovanni Testori, Marco Valsecchi, Marco Venturoli, Marisa Vescovo.
Alcune opere
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Critica
Con una bellissima immagine Giovanni Testori, nel 1991, paragonava l’accesso alla pittura di Soffiantino all’entrare in un bosco, ed ivi scoprirne la brulicante vita attraverso l’impalpabile schermo di una ragnatela che ordisce trame leggere sulla fascinosa bellezza del luogo.
Il brulicare della vita nel bosco, ecco, equivale al complesso accumulo dei materiali figurativi nell’immagine dell’artista; la trama leggera del filo di ragno all’ordito fitto nel quale egli racchiude e porta ad unità di visione quell’affabulare congestionato di cose che, magistralmente, trovano un ordine mentale e poetico nell’immaginifica griglia intessuta dei segni.
Gianfranco Bruno
Gli artisti:
Tino Aime – Sergio Albano – Antonio Carena – Chen Li – Lia Laterza – Sandro Lobalzo – Kurt Mair – Mario Molinari – Giacomo Soffiantino – Luciano Spessot – Francesco Tabusso – Sergio Unia – Elisabetta Viarengo Miniotti
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